Le scrittrici medievali sono molto più numerose di quanto ci raccontino i nostri manuali di storia letteraria. Oggi il lavoro appassionato di filologhe e filologi cerca di restituire loro una voce e di riparare al ‘ginecidio’ compiuto nel corso di tanti secoli, come ci racconta Margherita dopo l’incontro che si è svolto lo scorso 10 aprile al Liceo.
Un coro babelico e smisurato: è così che la Prof.ssa Donatella Manzoli, fondatrice del centro di ricerca “MedioEvA” e docente di Letteratura medievale e umanistica presso l’Università “La Sapienza” di Roma, definisce l’amplissimo, sebbene spesso dimenticato, corpus letterario prodotto da autrici nel corso dei secoli medievali. Il progetto “MedioEvA” nasce con il fine di allestire una ragionata anagrafe delle numerose autrici vissute tra il VI e il XV secolo in Europa, affinché possa essere restituita una voce alle centinaia di donne che sono state silenziate da un pregiudizio letterario ancora oggi ben radicato nel nostro canone.
Qualche giorno prima dell’incontro, noi ragazzi siamo stati invitati dalle nostre docenti a sfogliare le pagine degli indici delle antologie greche, latine e italiane alla ricerca di identità letterarie femminili. Nomi come Alda Merini, Amelia Rosselli e Elsa Morante rappresentano soltanto una esigua minoranza, e non è certo un caso che le poche autrici incluse nei compendi siano novecentesche. La cultura occidentale è profondamente macchiata dal pregiudizio secondo cui la nostra storia letteraria sia da declinare soltanto al maschile, e soltanto oggi, tramite iniziative di ricerca come quella promossa dalla Professoressa Manzoli, sono emersi nuovi nomi e nuove storie tutte al femminile.
Sebbene siamo spesso portati a associare il Medioevo a un periodo di oscurità e superstizione, in realtà il periodo tra i secoli VI e XV è stato lo sfondo di una produzione letteraria femminile particolarmente multiforme e intensa, in cui la donna poteva scrivere, leggere e redigere i manoscritti smentendo così il luogo comune della donna medievale confinata ai ruoli di virgo, mater, vidua. In questa nuova prospettiva la letteratura diviene un antidoto alla misoginia, perché le voci di ben trecentoquindici autrici raccontano un Medioevo diverso, in cui invece di Carlo Magno si parla della sorella Gisella, oppure ai tradizionali autori dei canoni si sostituiscono poetesse come la andalusa Wallada bint al-Mustakfi, i cui componimenti raccontano la libertà culturale di una tradizione ormai remota.
Tra le autrici medievali e noi lettori moderni si instaura, dunque, un rapporto di innegabile continuità. Le testimonianze di donne forti non possono che essere un modello, uno stimolo a rivendicare un ruolo nelle arti, nelle scienze e nella politica. Si pensi ad esempio alla storia di Cristina di Markyate, vissuta nel secolo XI durante gli scontri tra Normanni e Anglosassoni nell’isola britannica. Cristina è un esempio di donna forte, determinata, la cui vita viene tristemente caratterizzata da tentativi di abuso e maltrattamenti che tuttavia non riusciranno mai ad allontanarla dalla volontà di abbracciare la vita anacoretica. In una modernità ancora macchiata da violenze sistematiche nei confronti delle donne, storie di donne come Cristina di Markyate sono motivo di speranza e un modello per generazioni di giovani donne stanche di subire soprusi e pregiudizi.
È così che “MedioEvA” ci fa riscoprire il Medioevo facendoci appassionare a esso e al suo “esercito di scrittrici”. Da Dhuoda, nobildonna carolingia e autrice di un’opera destinata all’educazione del figlio, a Aisha Bint Ahmad al-Qurthubiyyah, poetessa araba nota per la vitalità aggressiva dei suoi componimenti, le letterate di questo periodo che hanno composto i loro testi in lingue diverse, dal mediolatino al francese antico, dall’arabo all’ebraico, danno voce a pensieri e idee che trascendono i limiti temporali. È ormai tempo di espiare il ginecidio intellettuale compiuto nel corso dei secoli per aprirci a nuovi orizzonti, perché le donne possano finalmente vivere la letteratura da protagoniste.
Di Margherita Brizia Aprile, 18 anni, Liceo Classico Marymount
(Il testo di questo articolo è comparso anche sul Marymount Express, giornalino del Liceo)