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“Il processo entra in classe”
Ha visto una grande partecipazione la simulazione di processo che si è svolta presso la nostra High School nell’ambito del progetto del Rotary International contro la violenza di genere. I nostri studenti, che si sono preparati nel corso delle settimane precedenti, guidati da professionisti legali di lungo corso, hanno potuto infatti svolgere, nella palestra di via Nomentana, un dibattimento – fase centrale del processo penale – simulato basato su di un fatto di cronaca realmente accaduto, vestendo, tra gli altri, i panni di accusa, difesa, periti, imputato.

Le classi coinvolte, grazie quindi ad una simulazione di ruolo, hanno cercato di comprendere non solo l’iter processuale che si affronta in questi casi, ma anche le conseguenze che derivano da reati di questo tipo, in aderenza con l’iniziativa che mira a diffondere e a far conoscere tra i banchi i valori della legalità, rendendo gli studenti non semplici destinatari di nozioni, ma protagonisti attivi, consapevoli e informati. Il prossimo 26 maggio, a conclusione del progetto, verranno assegnati i riconoscimenti presso l’High School di via Livorno.

Per approfondire:

Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una giornata istituita dall’Onu – con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 – in ricordo del brutale assassinio delle sorelle Mirabal, avvenuto nel 1960 in Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo.
Come ogni anno, a livello nazionale e globale, sono numerose le iniziative di aiuto, prevenzione e informazione che intendono sensibilizzare sul tema, in aderenza con quanto espresso dalla stessa Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale Onu che parla del fenomeno come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.


Conferenze, dibattiti e approfondimenti, con le scarpette rosse esposte in varie piazze, simbolo della piaga dei femminicidi. Secondo il report diffuso dal Viminale, sono centoquattro le donne uccise dall’inizio dell’anno in Italia(fino al 20 novembre 2022); 88 i femminicidi avvenuti in ambito affettivo o familiare.
Per questa occasione Palazzo Chigi si è illuminato di rosso: sulla sua facciata sono stati proiettati i 104 nomi delle donne che, solo nel 2022, sono state vittime di femminicidio.
“La violenza contro le donne è una aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali. Negli ultimi decenni sono stati compiuti sforzi significativi per riconoscerla, eliminarla e prevenirla in tutte le sue forme. Tuttavia, per troppe donne, il diritto ad una vita libera dalla violenza non è ancora una realtà. Le cronache quotidiane ne danno triste testimonianza e ci ricordano che ci sono Paesi dove anche chi denuncia è oggetto di gravi ed estese forme di repressione”, queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sottolineato come “un’azione efficace per sradicare la violenza contro le donne” debba basarsi “sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni più giovani, attraverso l’educazione all’eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione”.

Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una data, questa, che è stata scelta in ricordo dell’assassinio delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, uccise, nel 1960, in Repubblica Dominicana, dagli agenti del dittatore Trujillo.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, ha così istituito la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, come occasione per invitare i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare attività volte ad informare su questa tematica.
In tale prospettiva, tra le varie iniziative adottate, particolarmente conosciuta è quella delle “scarpe rosse”, abbandonate in tante piazze – anche italiane – per coinvolgere e mobilitare l’opinione pubblica.
Il simbolo è stato ideato nel 2012 dall’artista messicana Elina Chauvet con l’opera “Zapatos Rojas”: l’installazione è apparsa infatti per la prima volta in Texas, davanti al consolato messicano di El Paso, per ricordare le centinaia di donne uccise nella città di Juárez (Messico).

Nella settimana dal 23 al 27 novembre, quindi, anche il ministero dell’Istruzione incoraggia le istituzioni scolastiche – di ogni ordine e grado – ad effettuare approfondimenti sul tema per sensibilizzare sulla necessità di contrastare, con ogni mezzo culturale, il doloroso fenomeno della violenza di genere.