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Un viaggio alle origini dell’umanità per comprendere la scienza che si nasconde dietro l’interpretazione di antichi resti.

Sono tante le occasioni di arricchimento dei nostri ragazzi presso l’Istituto Marymount, ma nel mese di marzo, in particolare, gli studenti del Liceo hanno avuto la possibilità di interfacciarsi con lo svolgimento di due lezioni accademiche di alto profilo grazie all’intervento in aula della Dottoressa FedericaCrivellaroAssistant Director In-Africa projectLeverhulme Centre for Human Evolutionary Studies,
Department of Archaeology & Anthropology
dell’Università di Cambridge.

Un’opportunità davvero unica, che ha visto i nostri allievi confrontarsi con una materia complessa, legata all’archeologia e all’antropologia; gli studenti dell’High School, infatti, dopo una breve introduzione sulle tematiche trattate nell’ambito degli incontri, con il supporto della Dottoressa Crivellaro, hanno subito potuto cimentarsi nella datazione di vere ossa umane risalenti all’antichità (nel dettaglio provenienti dalla zona denominata “Isola Sacra”).

L’Isola Sacra è un’area di circa 12 km², situata presso la foce del Tevere, un importante insediamento sepolcrale, sviluppatosi a partire dalla fine del I secolo d.C.

Approcciandosi con curiosità e rispetto ai resti presi in esame, gli studenti hanno appreso i principi della datazione dei reperti tramite, ad esempio, l’analisi della dentatura e dell’aspetto generale delle parti oggetto delle lezioni.

Nel ciclo dei due appuntamenti, la Dottoressa Crivellaro ha presentato alcuni focus relativi al “DNA del passato”, dando particolare rilievo alle informazioni che, ancora oggi, questi resti possono trasmetterci in termini di età, stato sociale, usanze, sesso della persona e aiutando i ragazzi più che a trovare risposte a porsi le giuste domande di fronte a testimonianze così tangibili di epoche lontane.

Un laboratorio molto coinvolgente – della durata complessiva di circa 4 ore – che ha destato nei nostri studenti un forte interesse nei confronti dell’antropologia biologica e delle sfide, vecchie e nuove, dell’affascinante campo dell’evoluzione.

Di seguito online il video del nostro Istituto: scopri cosa vuol dire scegliere Marymount

Un sistema efficace e collaudato da tempo quello che sta permettendo al nostro Istituto di proseguire la didattica attraverso l’uso del web e della tecnologia.

Da sempre l’Istituto Marymount punta all’alfabetizzazione digitale e all’aggiornamento costante di studenti e docenti, tramite iniziative e percorsi volti ad approfondire informatica, coding e robotica (dal FabLab al Maker Faire, dalla teoria alle esperienze dirette).

Oggi, proprio grazie a queste competenze, acquisite e perfezionate negli anni, la nostra scuola continua la propria missione formativa con lezioni live e on demand che, in base alle differenti esigenze, stanno consentendo ad alunni e corpo docente il regolare svolgimento del piano di studi stabilito per ogni classe.

I ragazzi, fin da subito, hanno manifestato grande impegno e puntualità nello stare davanti ai dispositivi e alcuni bambini della scuola dell’infanzia e della primaria, durante le attività, hanno voluto vestirsi con la divisa: un gesto che ci ha coinvolto ed emozionato.  

Diverse le modalità di formazione a distanza: lezioni audio registrate, lezioni video registrate, lezioni Live tramite Google Meet (già attive per medie e liceo e – da lunedì prossimo – disponibili per infanzia e primaria).

Da anni, infatti, a partire dall’Early Childhood fino al liceo (High School), gli studenti sono in possesso di un login al sistema che, per mezzo di una connessione ad alta velocità, rende possibile l’accesso alla videoconferenza in un’aula virtuale su Google Hangouts Meet.
I contenuti didattici, caricati dai docenti, sono pubblicati, tutti i giorni, dalle ore 9.00 del mattino e gli insegnanti – collegati via web – possono interagire con la classe, in orario scolastico e secondo le materie previste, dalle 9.00 alle 13.00.

Nelle prossime settimane, ogni venerdì, il preside e il vice preside del nostro Istituto invieranno aggiornamenti e resoconti relativi all’avanzamento e alla continuità didattica. 

Anche quest’anno il nostro istituto offre la possibilità ai bambini delle classi EC2 di gustare le verdure dell’orto! Un’esperienza entusiasmante che ha coinvolto i bambini lungo un percorso di crescita caratterizzato dalla cura verso se stessi e verso l’ambiente naturale che ci circonda.

Questa esperienza costituisce il fulcro del nostro laboratorio “Orto e Alimentazione”, in cui i bambini vivono in prima persona i processi del ciclo vitale attraverso una logica di ecosistema.

Dall’inizio dell’anno scolastico, quando i bambini hanno messo i primi semini nella terra, abbiamo aspettato con pazienza osservando e scoprendo i “segreti” della crescita di ogni specie di pianta coltivata. È stato emozionante lasciarsi meravigliare dalla diversità che, nel tempo, sempre più chiaramente si delineava nella forma delle foglie, nel loro colore, spessore e persino profumo. E ora, attraverso l’attività della raccolta abbiamo compreso come ogni essere vivente possa contribuire alla vita di altri esseri viventi: “Le piantine se non le raccogliamo crescono troppo e poi muoiono! Se le raccogliamo cresciamo noi e poi possiamo piantarle altre!”.

E come dimenticare tutte le altre forme di vita che abbiamo scoperto durante la raccolta? I lombrichi! Le lumachine! Che emozione! Un’occasione in più, insomma, per osservare l’incanto dell’equilibrio naturale attraverso le forme più buffe e divertenti!






Quando parliamo di Marymount parliamo, prima di tutto, di comunità, di uno spirito che identifica, nel mondo, ogni singolo Istituto del nostro Network.

Un progetto di crescita articolato e completo, che va dall’infanzia fino alla più alta formazione accademica. Così, nel mese di marzo, abbiamo accolto una delegazione di Professori e studenti provenienti proprio dalla nostra Università: quella di Arlington, in Virginia.

Un gruppo di studenti e docenti dell’Università Marymount era in Italia, infatti, per conoscere e confrontare il sistema didattico nazionale con quello statunitense.

Un incontro che è stato molto di più di una semplice visita e ha rappresentato un’importante occasione di condivisione, durante la quale si sono espresse idee, opinioni e punti di vista: un vero e proprio ponte che, virtualmente, ci ha congiunto con il campus oltreoceano.

Il comitato dell’Università di Arlington era composto da 12 partecipanti, nelle persone di:
Michele Garofalo- Faculty Member,
Tammy Davis- Faculty Member,
Victor Betancourt-Santiago- Director,
Global Education,
Cameron Boster- Graduate School Counseling student,
Loretta Jacoby- Marymount Alum and Middle School Counselor,
Eric Jefferson- Graduate School Counseling student,
Carolyn Kroeger- Graduate School Counseling student,
Ana Gaitan- Graduate School Counseling student,
Betis Sorto-Sanchez- Graduate School Counseling student,
Magdalen Osei Brantuo- Graduate School Counseling student,
Remy Carter- Undergraduate (Senior) Psychology student e Tessa Davis- Graduate School Counseling student.

La delegazione ha avuto modo di visitare, prima, il Liceo in Via Livorno, conoscendo gli studenti e alcuni membri del corpo docente; successivamente, nell’arco della stessa giornata, è arrivata in Via Nomentana, dove ha incontrato alcuni degli alunni che hanno preso parte alle iniziative del MUN e della Leadership e i Principals del nostro Istituto, proseguendo, poi, con il tour della Scuola ed un pranzo tutti insieme.

Durante lo scambio di vedute nel nostro salone, il comitato dell’Università ha espresso particolare apprezzamento per la cura dei dettagli e l’accoglienza ricevuta e, soprattutto, per il forte impegno quotidiano nel far percepire ai ragazzi la grande famiglia Marymount che ogni scuola, ad ogni latitudine, rappresenta e di cui tutti noi facciamo parte. Inoltre, il confronto tra diverse figure professionali ha consentito un dialogo di ampio respiro, anche nell’ottica di alcuni aspetti da poter implementare. Tutti i partecipanti hanno colto con grande piacere l’entusiasmo manifestato dagli studenti della nostra High School, felici nel conoscere più da vicino lo step accademico, successivo al liceo, che porta avanti la tradizione della rete RSHM.

Esperienze, tutte, di uno staff appassionato che, in quello che fa, investe competenza e cuore: qualcuno dai banchi di scuola Marymount si ritrova, poi, con orgoglio e con lo stesso spirito di appartenenza a vivere questa realtà anche nel proprio iter lavorativo. L’energia positiva trasmessa dal nostro Istituto, il valore attribuito dai nostri ragazzi alle numerose esperienze all’estero, la conoscenza di diverse lingue straniere da parte degli studenti e il prezioso rapporto di guida insegnate/alunno sono stati alcuni degli elementi che maggiormente hanno colpito i colleghi di Arlington, testimoni di una connessione autentica che non conosce distanza.

Un laboratorio sul riciclo della carta? Niente di più banale, potremmo pensare. E invece no, c’è dello straordinario.
Gli studenti dell’Istituto Marymount continuano a sorprenderci con la loro voglia di partecipare, mettersi in gioco, cercare un dialogo tra pensieri diversi, cooperare per andare avanti e scoprire nuove soluzioni e nuove possibilità del vivere quotidiano.
Soluzioni e possibilità: ecco gli obiettivi della didattica laboratoriale proposta dal nostro Istituto, a cura di Lidia Tavani. Una didattica che esula dai rigidi confini disciplinari per guardare alla realtà di tutti i giorni, interrogandosi sulle azioni e sugli eventi più ovvi che viviamo in prima persona. Osservare, riflettere, formulare domande, cercare risposte, confrontarsi, agire di conseguenza in modo consapevole e documentato, per poi continuare a osservare, riflettere…. Insomma, in una sola parola: fare ricerca. Didattica laboratoriale all’Istituto Marymount significa crescere sviluppando una cultura della ricerca, costruire dentro di sé le abilità e le competenze che aiutano non solo a comprendere la realtà, ma soprattutto a interrogarsi e proiettarsi su uno scenario di possibilità in cui agire concretamente per migliorare la nostra società.
Per la classe IIIC tutto nasce da una parola, che racchiude migliaia di azioni ed eventi quotidiani: “rifiuto”. I bambini hanno lavorato su questo termine intrecciando continuamente la riflessione teorica con le esperienze e le necessità personali di tutti i giorni. Promuovendo il dialogo ed il confronto, i bambini sono passati da una prospettiva prettamente individuale ad una collettiva, relativa al contesto classe. Esercitando e potenziando le abilità sviluppate nelle diverse discipline con l’insegnante Cristina Leo (dalla lingua scritta all’insiemistica, dalla sequenzialità temporale al concetto di “procedura”, dal calcolo matematico ai grafici…), i bambini hanno ideato e messo a verifica una prima ipotesi di differenziazione dei rifiuti. L’applicazione e la riflessione di quest’ultima ha messo in luce alcune criticità che hanno spinto i bambini a discutere ancora, cercare, documentarsi e documentare, sino a formulare una nuova ipotesi di differenziazione dei rifiuti.
L’esperienza del riciclo della carta non rappresenta altro che un piccolo passaggio di questa nostro percorso di ricerca, che presto varcherà la porta della classe. Al rientro dalla pausa invernale, infatti, i bambini si prepareranno per una vera e propria ricerca sociale sui rifiuti prodotti in alcuni edifici della scuola, proponendo e realizzando una soluzione pertinente per ridurre gli sprechi e l’inquinamento scolastico.
Che dire? Lo straordinario c’è.

Sconfiggere i bulli grazie alla forza del sorriso: positiva, potente e vincente è la testimonianza di Sofia Dominici, una ragazza vitale e piena di coraggio che, grazie anche ad Operation Smile, è riuscita a superare molti ostacoli.

Sofia è nata con la labiopalatoschisi, una malformazione facciale piuttosto comune, conosciuta anche come “labbro leporino”. Una condizione che, molto presto, l’ha messa di fronte a una barriera che nessuno vorrebbe mai trovare sulla propria strada: quella del bullismo.

Per fortuna, però, attraverso un complesso iter medico e ad Operation Smile, fondazione impegnata da 35 anni nel sostegno e nella cura dei bambini affetti da labiopalatoschisiSofia è riuscita a sottoporsi all’operazione chirurgica che l’ha fatta nascere una seconda volta.

Fortificata da questa esperienza, il suo primo pensiero è stato quello di aiutare gli altri, diventando volontaria dell’associazione e spendendosi in prima persona per sensibilizzare i ragazzi nelle scuole.

«Uscite dal concetto del branco: siate coraggiosi e prendete le vostre scelte. Soprattutto, non giudicate un libro dalla copertina» ha detto Sofia ai nostri studenti – dalle IV elementari fino alle III medie – riuniti in palestra per assistere all’incontro. Sofia, infatti, sa bene che il bullismo non si ferma dinanzi a un problema estetico, ma scaturisce da qualsiasi pretesto, innescato dalla violenza della logica di massa.

I ragazzi hanno posto domande che, nella loro semplicità, racchiudevano, invece, grandi interrogativi sul conoscersi e ri-conoscersi dopo un intervento chirurgico, sulla vita scolastica, le difficoltà quotidiane e sul senso profondo di amicizia e condivisione.

Grazie poi alle parole della Dottoressa Cristina Chiavari, tra i fondatori di Operation Smile Italia, gli allievi sono venuti a conoscenza delle Olimpiadi del Sorriso, una giornata di sport, che si svolgerà il 15 aprile, durante la quale saranno raccolti i fondi per finanziare un’importante missione in Madagascar.

«Anche i bambini possono dare una mano ad altri bambini», ha sottolineato la Dottoressa Chiavari, intento, questo, rafforzato anche dalla visita – nella mattinata della stessa giornata del 19 marzo –  che i volontari hanno svolto presso le classi della scuola Primaria del nostro Istituto.

 

Due interessanti incontri per gli studenti del nostro Liceo in Via Livorno, che si svolgeranno martedì 27 e mercoledì 28 marzo con la Dottoressa Federica CrivellaroAssistantDirector In-Africa project,
Leverhulme Centre for Human Evolutionary Studies,
Department of Archaeology & Anthropology dell’Università di Cambridge.

Un viaggio alle origini dell’umanità, in due appuntamenti dai rispettivi titoli: “A life journey in the human journey e Human bodies in the archaeological record:

what we learnand how“.

Due lezioni accademiche di alto profilo per avvicinare i ragazzi ai temi legati all’evoluzione, partendo dalla teoria darwiniana, passando per l’identificazione di siti e ritrovamenti fossili, fino ad arrivare all’analisi di resti di un passato lontano ma che ancora ci parla

Il passaggio dall’età dell’infanzia a quella dell’adolescenza rappresenta sempre un momento delicato, che genitori e insegnanti devono saper affrontare per applicare al meglio il loro ruolo di mediatori.

L’incontro con la Professoressa Maria Assunta Zanetti, docente dell’Università di Pavia, che si è svolto venerdì 16 marzo presso la Gailhac Hall del nostro Istituto, ha messo in luce i punti essenziali per interpretare il graduale percorso verso l’autonomia del ragazzo che, da bambino, si ritrova adolescente.

In questa chiave, ha ribadito la docente, è fondamentale rafforzare concetti di autorevolezza e non di autoritarismo, dare attenzione allo sviluppo della dimensione emotiva dei giovani, favorendoli così nell’iter che trasforma il bambino in cittadino. In particolare, proprio il corretto sviluppo della sfera emotiva, soprattutto nella gestione dei conflitti, può dimostrarsi valido strumento anche nell’ottica di buone performance scolastiche (la dimensione emotiva che coadiuva quella cognitiva).

«Nel ragazzo il mondo emotivo è funzionale alla sua stessa crescita, pertanto è importante promuovere nei nostri figli competenze di resilienza» ha sottolineato la Professoressa Zanetti.

Altro fattore preso in analisi è stato il rafforzamento dell’autostima (identificato come costrutto caldo) da distinguere dall’elemento dell’autoefficacia (costrutto freddo che delinea, ad esempio, l’esito scolastico di un alunno).

Infine, grande attenzione è stata riservata anche al legame con le nuove tecnologie con cui i ragazzi si rapportano quotidianamente e che, quando male interpretato, può divenire un ostacolo nell’espressività (un uso eccessivo di “emoticon” può inibire il riconoscimento e l’esternazione delle differenti emozioni).

Proprio su queste tematiche verterà l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri con la Professoressa dal titolo “Genitori nella rete: istruzioni per l’uso”, la cui data verrà comunicata a breve.


Un evento per gli innovatori del futuro, per imparare fin da “piccoli” a pensare in grande! A che piano andiamo? Ma all’ultimo! Innalzando creatività e ingegno come durante la Maker Faire, che si è svolta dal 9 all’11 marzo, contemporaneamente all’evento MUN nel nostro Istituto, presso la Marymount International School di Via Cassia.

Proprio in questa occasione, otto studenti di seconda media delle sezioni A, B e C, sotto la supervisione dalla professoressa Federica Lamensa, hanno presentato il progetto #LIFTS, che li ha visti impegnati nella creazione di un ascensore in scala ridotta.

All’evento – che si svolgeva, appunto, nelle stesse date del MUN di Via Nomentana e con il quale ci sono stati numerosi momenti di condivisione e contatto (link ad articolo MUN) – hanno partecipato molti studenti, ma il progetto LIFTS presentato dai nostri ragazzi è stato ritenuto tra i più interessanti proprio perché interamente ideato da loro (non è stato fatto alcun uso, ad esempio, di modelli pre-assemblati).

Il lavoro ha preso origine da un approfondito studio sulla storia degli ascensori, partendo dai primi prototipi dell’800, fino ad arrivare a quelli più avveniristici, simboli di efficienza, comodità, design e sicurezza.

Gli allievi sono così diventati designers e dopo una serie di domande (Cos’è un ascensore? Come si muove? Cosa ci dice questo progetto e qual è la sua storia?) sono passati a cercare risposte, sperimentando e cambiando rotta (ma anche strutture, forme e materiali) di fronte agli ostacoli che, man mano, incontravano lungo il cammino.

Questo costante lavoro scientifico di confronto ha garantito il successo del team e il modello riprodotto dagli alunni (esposto poi in palestra durante la cerimonia conclusiva che si è tenuta presso la nostra scuola) si è dimostrato in grado di emulare molte delle funzioni tipiche dei veri ascensori come, ad esempio, il movimento della cabina – ottenuto tramite motori elettrici – o i bottoni che regolano il passaggio su diversi piani.

Un percorso – dagli ottimi risultati – che ha fatto convivere fantasia, metodo e, soprattutto, lavoro di squadra!

NEW YORK – Una delegazione degli studenti dell’High School presso il Palazzo dell’ONU

Una missione oltreoceano per sperimentare dal vivo le dinamiche che determinano le attività delle Nazioni Unite: questa è stata la grande avventura ed esperienza educativa della delegazione di studenti della nostra High School che è volata a New York, dal 27 febbraio al 6 marzo, per apprendere in modo pratico le regole della diplomazia multilaterale (il viaggio dei nostri studenti è stato descritto anche all’interno delle ultime pubblicazioni del RSHM NGO News, di cui alleghiamo, di seguito, le edizioni in inglese e portoghese).

Il MUN (Model United Nations) rappresenta infatti la più importante simulazione dei lavori delle Nazioni Unite, un modello didattico consolidato a livello globale, dove oltre mille studenti da tutto il mondo possono confrontarsi sulle grandi questioni internazionali attraverso le procedure che vengono realmente utilizzate durante le assemblee dell’ONU.

Ad accompagnare gli studenti del nostro Liceo sono state le insegnanti Monica Terra e Penny Foster – che hanno preparato gli allievi a questo appuntamento fin dal mese di ottobre – le quali, poi raggiunte dal Preside Andrea Forzoni, hanno coadiuvato il lavoro dei ragazzi nell’acquisire esperienza diretta nelle relazioni internazionali.

Dopo alcuni briefing introduttivi sull’arte della negoziazione, sul parlare in pubblico (ricordiamo, ad esempio, che i nostri studenti del Liceo di Via Livorno hanno avuto, durante l’anno scolastico, l’opportunità di affinare le loro competenze grazie al corso ad hoc proprio sul public speaking) e sul come trasformare un documento in una risoluzione, sono iniziati i lavori delle Commissioni.

Proprio poiché l’assemblea generale ha principalmente funzione consultiva, l’obiettivo è quello di adottare risoluzioni condivise sui topics discussi, direttamente selezionati dall’agenda delle Nazioni Unite, secondo il processo che vede i delegati, rappresentati dai singoli studenti, lavorare insieme alla ricerca di soluzioni realistiche che, potenzialmente, influenzano lo sviluppo internazionale, la pace e la sicurezza su scala mondiale.

Di seguito photogallery dell’evento:

ROMA – L’Istituto Marymount ospita il Model United Nations

Dal 9 all’11 marzo il nostro Istituto ha ospitato un prestigioso appuntamento del Global Network delle scuole Marymount, il MUN – Model United Nations (la più significativa e codificata simulazione delle Nazioni Unite), con la partecipazione dell’istituto di Londra e delle due scuole di Roma (l’istituto di Parigi, purtroppo, non ha potuto prendere parte all’evento a causa dello sciopero dei trasporti).
Oltre 100 ragazzi, di cui 34 di seconda e terza media del nostro Istituto, hanno avuto occasione di approfondire, attraverso un approccio pratico, i meccanismi che regolano la diplomazia multilaterale.

Gli studenti si sono preparati già a partire dal mese di ottobre, incontrandosi ogni venerdì, dopo scuola, sino alla fine di febbraio, sotto la supervisione delle Professoresse Monica Lou Terra, Middle School (Scuola Secondaria I grado) Principal, e Penny Foster, che li hanno scrupolosamente guidati lungo questo percorso, indirizzandoli verso una migliore comprensione e un adeguato studio, pratico e teorico, della simulazione.

Contemporaneamente, nelle stesse date, il Marymount International di Via Cassia è stato sede della prima edizione del Maker Faire, dove alcuni dei ragazzi provenienti dalle tre scuole, di cui una decina delle nostre seconde medie, hanno creato attraverso il FabLab progetti collegati al dibattito MUN (segnaliamo, inoltre, che il progetto LIFTS degli otto studenti di seconda media delle sezioni A, B e C della nostra scuola, sotto la guida dalla Professoressa Federica Lamensa, è stato giudicato tra i più interessanti poiché i ragazzi hanno realizzato l’intera progettazione del prototipo di ascensore in scala ridotta, non presentando, quindi, un modello già precedentemente assemblato).

Una manifestazione nella manifestazione: durante i tre giorni, alla fine della giornata, i ragazzi che partecipavano al Maker Faire, infatti, si riunivano con quelli del MUNnella nostra sede di Via Nomentana per la cena e per passare del tempo insieme, confrontandosi sulle attività svolte e condividendo lo spirito Marymount.
Durante l’evento è intervenuto anche il Dr Divine Njie, Deputy Strategic Programme Leader – Food Systems Programme (SP4) presso la FAO, che ha dichiarato:

«Technological breakthroughs such as Artificial Intelligence hold great promise for accelerating progress on the Sustainable Development Goals. However, the UN has a key role to play in ensuring that the benefits of Artificial Intelligence technologies can be enjoyed while preventing or mitigating the pitfalls and negative consequences, such as inequalities in access and risks to global peace and security. The UN can play this role by convening different countries and stakeholders, providing a neutralforum for discussions, identifying development solutions, and helping to mobilise resources».

Rivolgendosi, poi, ai giovani ed entusiasti partecipanti, si è detto molto ottimista nel constatare l’interesse nel costruire, fin da ora, le loro capacità di leaders del futuro.

Infine, dopo la messa della domenica, sempre nel nostro Istituto, l’11 marzo si è svolta la cerimonia conclusiva – in entrambi i momenti si è registrata una grande presenza dei genitori – durante la quale si sono ritrovati sia gli studenti che hanno preso parte al MUN sia il gruppo del Maker Faire.

In particolare, a suggellare quest’unione è stata la parentesi del Crisis Debate, con il volo in palestra di un drone che ha consegnato una lettera (ponte simbolico tra MakerFaire e MUN). Sempre in palestra, infine, è stato possibile vedere dal vivo il progetto LIFTS, con la riproduzione ridotta del prototipo di ascensore creato dai ragazzi.

Di seguito alleghiamo photogallery dell’evento: