Finalmente maturi in una scuola aperta al mondo!

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Data di pubblicazione: 9 Luglio 2025

Su trentacinque candidati del nostro Liceo Classico e Scientifico, ben dieci hanno ottenuto 100/100, di cui quattro con lode. Un risultato che conferma l’efficacia di un impianto didattico solido e sempre più attento a valorizzare spirito critico e multiculturalismo.

Con la pubblicazione ufficiale dei risultati dell’Esame di Stato, anche quest’anno la nostra scuola può tracciare un bilancio molto positivo e, per molti aspetti, significativo. Il 30 per cento dei maturandi ha raggiunto il punteggio massimo, quattro dei quali anche con  lode, un esito davvero ragguardevole che premia l’impegno, la costanza e la consapevolezza di tutti i nostri studenti, maturati in un percorso che ha saputo coinvolgere tutti promuovendo l’autonomia e la collaborazione tra pari.

In questo quadro, vorremmo sottolineare i risultati positivi, e in alcuni casi eccellenti, dei nostri studenti che hanno affrontato la scrittura del tema, i difficili quesiti del compito di matematica, la traduzione dal latino e i collegamenti interdisciplinari non da madrelingua: storie da cui può nascere una riflessione più ampia, che riguarda l’identità della scuola e il senso profondo dell’educazione linguistica e culturale che proviamo a costruire ogni giorno nelle nostre classi. 

Il curricolo dell’High School è da sempre orientato a trasmettere agli studenti l’idea che le lingue – e con esse le culture – non sono feticci identitari da difendere, ma prodotti storici che vanno conosciuti, contestualizzati, rispettati, senza essere idealizzati. L’italiano, l’inglese, il cinese, lo spagnolo, il turco, il portoghese – per citare alcune delle lingue parlate dai nostri studenti – non sono bandiere ma strumenti, non muri ma ponti. E riconoscere il valore delle differenze culturali significa anche riconoscere che non esiste una sola forma di appartenenza, né una sola lingua madre che garantisca accesso alla comprensione del mondo.

Del resto, tanto la storia antica quanto quella europea sono fonti di una lezione ancora attualissima: il multilinguismo è sempre stato la norma, non l’eccezione. Nel Settecento, filosofi e scrittori pubblicavano le loro opere in francese e in latino, pur essendo tedeschi o italiani; in epoca medievale e rinascimentale, studiosi, mercanti e religiosi passavano senza difficoltà dal volgare alla lingua dotta, dal greco al latino, dall’arabo all’ebraico. Se andiamo più indietro, cosa dire di un Terenzio cartaginese di nascita, romano d’adozione e a proprio agio nella lingua di Socrate al punto da importare nella commedia latina alcuni degli elementi più significativi di quella greca? Processi di contaminazione e di acculturazione che, messi bene in evidenza e valorizzati dagli studiosi delle scienze sociali, hanno contribuito ad arricchire fortemente l’impostazione dei nostri studi.

In questo quadro, il successo dei nostri maturandi non è, quindi, soltanto motivo di grande orgoglio, è anche la conferma che la scuola può e deve continuare a essere il luogo in cui si impara a vivere nel mondo per costruire cooperazione, sviluppo, pace.

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