Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una giornata istituita dall’Onu – con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 – in ricordo del brutale assassinio delle sorelle Mirabal, avvenuto nel 1960 in Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo.
Come ogni anno, a livello nazionale e globale, sono numerose le iniziative di aiuto, prevenzione e informazione che intendono sensibilizzare sul tema, in aderenza con quanto espresso dalla stessa Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale Onu che parla del fenomeno come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.


Conferenze, dibattiti e approfondimenti, con le scarpette rosse esposte in varie piazze, simbolo della piaga dei femminicidi. Secondo il report diffuso dal Viminale, sono centoquattro le donne uccise dall’inizio dell’anno in Italia(fino al 20 novembre 2022); 88 i femminicidi avvenuti in ambito affettivo o familiare.
Per questa occasione Palazzo Chigi si è illuminato di rosso: sulla sua facciata sono stati proiettati i 104 nomi delle donne che, solo nel 2022, sono state vittime di femminicidio.
“La violenza contro le donne è una aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali. Negli ultimi decenni sono stati compiuti sforzi significativi per riconoscerla, eliminarla e prevenirla in tutte le sue forme. Tuttavia, per troppe donne, il diritto ad una vita libera dalla violenza non è ancora una realtà. Le cronache quotidiane ne danno triste testimonianza e ci ricordano che ci sono Paesi dove anche chi denuncia è oggetto di gravi ed estese forme di repressione”, queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sottolineato come “un’azione efficace per sradicare la violenza contro le donne” debba basarsi “sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni più giovani, attraverso l’educazione all’eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione”.