Lettori di domani nel ‘Prato dei limoni’

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Data di pubblicazione: 3 Giugno 2025

Entriamo nel cuore dell’attività didattica della nostra scuola attraverso il diario di bordo di un’insegnante della Primaria. La maestra Cristina ci accompagna, infatti, in un momento speciale: la scoperta della lettura silenziosa da parte di un suo alunno. Un passaggio che affianca e completa la lettura ad alta voce che gli insegnanti praticano quotidianamente per e con i bambini.

“Io voglio stare tranquillo”, tutto è nato da questa affermazione scritta da un alunno di Prima in un compito. Ho sentito di non dover perdere tempo, così a ricreazione siamo usciti in giardino, abbiamo scelto un angolo poco frequentato e lo abbiamo chiamato il “Prato dei limoni”. Nel giro di pochi istanti, tutti gli altri compagni hanno preso vari libri dalla biblioteca di classe e hanno scelto, con sorprendente naturalezza, di rinunciare al gioco per provare a confrontarsi con la lettura autonoma in questo nuovo spazio.

In un mondo che corre veloce, in cui suoni e stimoli si sovrappongono senza sosta, offrire ai bambini un momento di lettura silenziosa in un ambiente sereno rappresenta un gesto semplice, ma potentissimo. È per questo che noi docenti della Scuola Primaria prestiamo particolare attenzione a richieste come quella che ho appena descritto, soprattutto se a farle sono bambini ancora alle prese con la scoperta delle lettere e dei suoni. Questa pratica permette loro, infatti, di immergersi nei libri senza pressioni esterne: ognuno si sente libero di procedere con i propri tempi, soffermarsi sulle parole difficili, rileggere, fantasticare. Non è solo una questione di apprendimento linguistico, ma anche di rispetto dei ritmi individuali, poiché ci si sente liberi di esplorare il testo senza giudizi o confronti.

Il desiderio espresso dai nostri bambini non nasce, però, dal nulla: in classe, infatti, noi insegnanti pratichiamo quotidianamente la lettura ad alta voce, intesa come lettura espressiva fatta dall’adulto per e con i bambini. È proprio attraverso l’ascolto condiviso che i piccoli iniziano a familiarizzare con il ritmo della lingua, il tono, le pause, le emozioni nascoste tra le righe. La voce dell’insegnante guida, coinvolge, crea attesa e significato: è un’esperienza emotiva e linguistica che prepara il terreno su cui può germogliare la lettura autonoma. Sono due facce della stessa medaglia, complementari e insostituibili: la lettura ad alta voce nutre l’immaginazione collettiva, mentre quella silenziosa favorisce il dialogo interiore.

Leggere in un contesto appartato e sereno ha anche un importante effetto sul piano emotivo: per molti bambini, soprattutto quelli che affrontano le prime fatiche scolastiche, leggere in pace è, infatti, una forma di sicurezza, un rifugio dove sentirsi capaci e protetti e contribuisce, perciò, a rinforzare autostima, motivazione e autoregolazione. Ecco perché favorire lo sviluppo di un rapporto personale e autonomo con i libri non è solo una scelta didattica, ma un atto educativo profondo per insegnare ad ascoltare, a immaginare, a concentrarsi, a scoprire il piacere di stare con sé stessi. Ed è proprio in questi momenti silenziosi che spesso nascono i lettori di domani.

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